Il futuro del management

Ernst - Hauser - Katzenstein - Micic
Lebenswelten 2020 - So werden wir leben
36 Zukunftsforscher über die Chancen von morgen

Köln - Deutsches Institut für Altersvorsorge, 2000



Nel 1999 il Deutsches Institut fuer Altervorsorge (o Istituto tedesco per la previdenza degli anziani) interpellò 36 esperti e studiosi di vari paesi sulle prospettive al 2020. Le domande loro poste riguardavano aspetti quali gli stili di vita, i consumi, il lavoro e il tempo libero, i redditi, l'apprendimento e altri ancora. Contemporaneamente il DIA chiese alla PROGNOS, una società di previsioni, di costruire scenari quantitativi alla stessa data. Il materiale così raccolto venne poi filtrato da una dozzina di altri ricercatori. I risultati sono ora disponibili in un rapporto di particolare interesse. Ecco le previsioni più significative quanto all'evoluzione del management.

Nell'era postindustriale avrà spazio crescente una nuova forma di gestione, orientata al breve termine e alla flessibilità. Il lavoro del futuro si svolgerà attraverso reti: questo vale tanto per le imprese transnazionali quanto per quelle familiari e non da ultimo per i "lupi solitari". Mentre quindi le imprese vedranno ridursi ancora di più il numero dei loro occupati, che consisteranno in nuclei centrali di specialisti, vi saranno piccoli e autonomi gruppi di lavoro che ruoteranno come satelliti intorno a loro. Di norma i contratti di lavoro saranno a breve termine. La natura dei posti di lavoro cambierà: nel 2020 gli uffici virtuali saranno all'ordine del giorno, come i centri di servizio, il telelavoro e il lavoro a casa propria e infine il lavoro "nomade".

L'esistenza di reti di lavoro flessibili e la specializzazione professionale sono due tendenze che si rafforzano a vicenda e allo stesso tempo costituiscono il fondamento di configurazioni delle prestazioni orientate al singolo cliente. Assisteremo a un cambiamento di paradigma che condurrà dalla visione del mondo tipica del razionalismo cartesiano al principio dell'autoorganizzazione viva. Nel suo insieme l'industrializzazione si è finora ispirata al dualismo fra l'uomo ("la forza sovrana") e il mondo ("l'oggetto, la macchina"). Il dominio dell'uomo sulla natura è stato perfezionato esattamente in questo modo, il che tuttavia ha messo in moto allo stesso tempo una immane spirale di complessità. La conseguenza di questa iperindustrializzazione è un dilemma sempre più angoscioso fra la capacità di agire e la capacità di comunicare dei singoli. La tecnologia delle informazioni e delle telecomunicazioni semplificherà l'organizzazione del lavoro e avrà pertanto un effetto autorinforzantesi: starle al passo diverrà una questione di sopravvivenza economica. L'aumento nell'intensità della concorrenza promuoverà l'adozione di forme organizzative che si considerano precursori degli sviluppi e sono costantemente alla ricerca di nuove sfide.

Ma non sono tutte rose e fiori. L'imperativo della flessibilità mette in questione i tradizionali valori sociali e morali quali la fiducia, la responsabilità e l'impegno. Esso contraddice l'esigenza di fidatezza e trasparenza nei rapporti. La necessità di ridefinire e adattare continuamente il proprio ritmo di lavoro e di vita e la conseguente pressione per l'adattamento causa stress e induce resistenza. Nelle reti con gerarchia piatta, dove la responsabilità diviene diffusa, sarà più difficile assumere e delegare la responsabilità stessa. In alcuni paesi europei non sono già più usuali forme di cooperazione costruite su rapporti a lungo termine e impegni reciproci. Inoltre, la globalizzazione riduce le possibilità di creare reti autoorganizzate.Le imprese maggiori potrebbero cercare di isolare i mercati e creare cartelli. La tecnica offre in proposito un sempre nuovo e crescente potenziale di razionalizzazione, che nei residui settori dei prodotti e servizi di massa provoca un ritorno al tradizionale lavoro a cottimo.

Comunque, la nuova e promettente strategia dell'autoorganizzazione degli occupati nelle imprese,. siano essi intellettuali o manuali, presuppone una grande intelligenza organizzativa allo scopo di assicurare sia una transizione efficace sia l'acquisizione di prestazioni convincenti. Il networking procura l'ambiente adatto allo scopo. La "geografia del lavoro" seguirà la tendenza alla globalizzazione, al decentramento e all'avvicinarsi ai mercati e ai clienti.

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